*Avalon*

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Lana Drown McDonald
view post Posted on 13/11/2010, 15:22




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Avalon è un'isola leggendaria, facente parte del ciclo letterario legato al mito di Re Artù, situata da qualche parte nelle isole britanniche e famosa per le sue belle mele. Secondo alcune teorie, la parola Avalon è una traslitterazione inglese del termine celtico Annwyn, cioè il regno delle fate, o Neverworld. Nella sua Historia Regum Britanniae Goffredo di Monmouth ha dato al nome il significato di Isola delle Mele, cosa molto probabile, visto che in bretone e in cornico il termine usato per indicare mela è Aval, mentre in gallese è Afal, pronunciato aval. Il concetto di un'"isola dei beati" è presente anche altrove nella mitologia indoeuropea, in particolare nel Tír na nÓg e nelle greche Esperidi (queste ultime famose per le loro mele). Secondo alcune leggende, Avalon sarebbe il luogo visitato da Gesù e da Giuseppe d'Arimatea e quello dove, proprio Giuseppe d'Arimatea, dopo aver raccolto il sangue di Cristo in una coppa di legno (il Sacro Graal), si rifugiò, fondando anche la prima chiesa della Britannia. Oggi l'isola di Avalon è normalmente associata alla cittadina di Glastonbury, in Inghilterra. Sarebbe anche il luogo in cui fu sepolto Re Artù, trasportato nell'isola su una barca guidata dalla sorellastra, la Fata Morgana. Secondo la leggenda, Artù riposa sull'isola, in attesa di tornare nel mondo quando questo ne sentirà nuovamente il bisogno. Per alcuni Avalon andrebbe identificata con Glastonbury. A partire dagli inizi dell'XI secolo, prese corpo la tradizione secondo cui Artù fu sepolto nella Glastonbury Tor, che in passato era circondata dall'acqua, proprio come un'isola. Durante il regno di Enrico II, secondo il cronista Giraldo Cambrense e altri, l'abate Enrico di Blois commissionò una ricerca, che, a una profondità di 5 metri, avrebbe portato alla luce un enorme tronco di quercia o una bara con un'iscrizione: "Qui giace sepolto l'inclito re Artù nell'isola di Avalon". I resti furono sotterrati di nuovo davanti all'altare maggiore, nell'abbazia di Glastonbury, con una grande cerimonia, a cui parteciparono anche re Edoardo I e la sua regina. Il luogo divenne meta di pellegrinaggio fino al periodo della Riforma protestante. Una vicina vallata porta il nome di Valle di Avalon. Comunque, la leggenda di Glastonbury è stata spesso considerata falsa. Secondo altre teorie, Avalon sarebbe l'Ile Aval o Daval, sulla costa della Bretagna, oppure Burgh-by-Sands, nel Cumberland, che al tempo dei romani era il fortilizio di Aballava, lungo il Vallo di Adriano, e vicino Camboglanna, al di sopra del fiume Eden, ora Castlesteads. Per una coincidenza, il sito dell'ultima battaglia di Artù si sarebbe chiamato Camlann. Per altri Avalon sarebbe da ubicare sul Monte di san Michele, in Cornovaglia, che si trova vicino ad altre località associate con le leggende arturiane. Questo monte, è in realtà isola che si può raggiungere quando c'è bassa marea. La questione è confusa da leggende simili e toponimi presenti in Bretagna. Avalon, comunque, resta nell'immaginario collettivo un'isola magica, dove continuano a vivere le vecchie tradizioni dei celti e dove la Grande Dea viene onorata dai druidi e dalle sacerdotesse. Sono proprio queste ultime, sempre secondo le leggende, ad aver nascosto l'isola con una fitta nebbia, rendendo il luogo accessibile solo a chi ha la conoscenza per aprire questo incantesimo. L'isola di Avalon veniva chiamata anche "Inis witrin" (cioè "isola di vetro") per l'abbondanza di guado, pianta che sfuma sull'azzurro e che i guerrieri celti utilizzavano per tingersi la faccia per andare in battaglia.
Secondo la tradizione celtica, in mezzo all'oceano Atlantico è situata un'isola chiamata Avalon, dove dimorano le anime dei morti. Si racconta che nell'isola regni l'eterna primavera e attorno ad essa il mare sia perennemente calmo. Foreste lussureggianti solcate da lenti fiumi la ricoprono per vasto tratto e in questo luogo di delizie, dove non esiste il dolore, ma regna l'uguaglianza, s'aggirano le anime dei trapassati. Vi abita un solo essere vivente ed è il mitico re Artù, che quando l'ora verrà, lascerà l'isola per tornare in Bretagna a sollevare il suo popolo e vendicarsi dei suoi nemici. Ancor'oggi si crede in Bretagna che le anime dei morti s'involino una volta all'anno verso l'isola per stringersi al re e testimoniargli la loro fedeltà e la zona da cui son destinati a partire è la Baia dei Trapassati, dove vivono i più ardimentosi pescatori del mondo. Una volta all'anno, il giorno dei morti, tutti i pescatori del borgo se ne stanno rinchiusi nelle proprie case aspettando la chiamata del predestinato per il viaggio, finché ad una porta qualcuno batte tre colpi. Il prescelto scende alla spiaggia, spinge la barca in acqua e comincia a remare, tanto sa che non gli accadrà nulla di male. Il vogatore non vede nessuno ma la barca si fa sempre più pesante e si cominciano a sentire voci, sussurri, sospiri. Egli non smette di remare, mentre il cielo s'imbianca. Poi d'un tratto la barca ridiventa leggera, le voci e i gemiti cessano, mentre un canto sembra giungere da lontano. E mentre il sole si disegna all'orizzonte, l'isola appare splendente sul mare. La barca allora scivola via leggera per poi fermarsi, mentre un nastro luminoso si leva da essa. Sono le anime dei trapassati che raggiungono Avalon verso la pace eterna e il vogatore saluta gli spiriti dei suoi padri e volge indietro la prua per tornare al mondo dei vivi.
Come tutti voi saprete, l'isola di Avalon è quel luogo leggendario sospeso nel tempo, in cui malattie e morte non esistono, dove secondo la tradizione sarebbe stato trasportato Artù, gravemente ferito dopo lo scontro con Mordred, affinché egli potesse essere sanato. E lì dimorerebbe ancora oggi, in attesa di tornare nel mondo qualora questo si rendesse necessario. Il mito di Avalon ha affascinato un po' tutti nei secoli, dagli storici agli alchimisti, dagli esperti di antiche religioni ai semplici curiosi. Iniziamo a dargli delle basi storiche e geografiche. Prima di tutto il nome: secondo alcune teorie, la parola Avalon è una traslitterazione inglese del termine celtico Annwyn, cioè "regno delle fate", o "Neverworld". Nella sua "Historia Regum Britanniae" (scritta nel 1136), Goffredo di Monmouth ha invece dato al nome il significato di Isola delle Mele... cosa molto probabile, visto che in bretone e in cornico il termine usato per indicare mela è "Aval", mentre in gallese è "Afal", pronunciato "Aval"; l'isola sarebbe stata infatti ricoperta da alberi di quercia e da meleti. Nella tradizione celtica legata all'antica religione druidica, Avalon viene definita anche "isola dei beati". Tale concetto, è presente anche in altre mitologie indoeuropee e in particolare nel Tír na nÓg e nelle greche Esperidi.
Avalon è un luogo mitico, un luogo che la nebbia cela agli occhi di tutti, un luogo che esiste solo nei racconti. Ma se non fosse proprio così? Se esistessero delle prove che raccontassero una storia diversa? Se Avalon fosse stata rintracciata nel sud dell’Inghilterra, vicino ad un paese chiamato Glastonbury?
A giudizio di molti studiosi, ma anche di molte leggende medievali iniziate a partire dall'XI secolo, Avalon sarebbe da identificare con l'attuale cittadina di Glastonbury. Glastonbury è un paesello di circa 8000 abitanti che si trova nella contea del Somerset, nel sudovest dell'Inghilterra, a circa trenta km dal mare. Diverse particolarità del luogo, che secondo alcuni sarebbe al centro di una convergenza di linee energetiche, danno corpo a questa ipotesi. Innanzi tutto, proprio dietro alla città, nel bel mezzo della pianura, si innalza una collina alta circa 170 m. chiamata Glastonbury Tor, sulla quale domina solitaria una torre detta "di S. Michele" risalente ai primi anni del 1100 e facente parte, forse, della primitiva abbazia distrutta durante delle incursioni e ricostruita poi poco più a valle. Pare ormai accertato che questa collina, attorno al periodo storico più probabile in cui sarebbe vissuto Artù (500 dopo Cristo) apparisse come un'isola, perché attorniata da numerose paludi acquitrinose e da stagni. In epoca preistorica, poi, era sicuramente circondata dal mare e ciò è provato dal ritrovamento di alcune conchiglie fossili. E' inoltre avvolta spesso da una fitta nebbia (da qui "Le Nebbie di Avalon"?). Altra stranezza, è che sembra non si tratti di una collina naturale, ma artificiale e cioè costruita da mani umane (ma sarà davvero così?) in quanto si presenta formata come una sorta di piramide a sette terrazze, che salgono a spirale verso la cima. Il numero sette ha grossi significati esoterici ed è importantissimo nella tradizione cristiana, per la quale è considerato numero sacro rappresentante la perfezione; è inoltre presente in molte dottrine alchemiche ed è stato molto usato dai costruttori di cattedrali... è infatti ricorrente in quella che è definita come "sequenza numerica di Fibonacci". La spirale, così come il labirinto, anch'essa presente in tantissime costruzioni, dai siti megalitici, alle cattedrali, alla Sagrada Familia di Gaudì, da sempre legata alle energie della terra, ha un forte significato iniziatico.
Come vi dicevo, a Glastonbury era presente un'abbazia. "Era" poiché è stata in seguito distrutta durante le rappresaglie verso i cattolici, dopo lo scisma avvenuto con la chiesa di Roma; di essa rimangono oggi delle grandiose rovine, simili a quelle dell'italiana abbazia di S. Galgano a Montesiepi. Ebbene, durante il regno di Enrico II, secondo il cronista Giraldo Cambrense e altri, l'abate Enrico di Blois commissionò delle ricerche in una vallata (che tutt'oggi porta il nome di "Valle di Avalon") ai piedi della Glastonbury Tor, vicino al monastero, che, a una profondità di 5 metri, avrebbero portato alla luce una bara ricavata da un enorme tronco di quercia, nella quale sarebbero stati rinvenuti due corpi: i resti di una persona alta ben 2metri e 40 cm (praticamente un gigante) dalle ossa possenti, abbigliata con vesti da cavaliere, e quelli di una donna minuta con una lunga treccia bionda e coperta da uno stretto abito di velluto blu. Accanto ai corpi, sarebbe stata trovata una croce stilizzata di piombo, sulla quale era incisa la seguente frase: "Hic iacet inclitus Rex Arturius in insula Avalonia" ovvero "Qui giace sepolto l'inclito re Artù nell'isola di Avalon". I resti furono poi trasportati nell'abbazia e sotterrati davanti all'altare maggiore con grandi onori e una fastosa cerimonia, a cui parteciparono anche re Edoardo e la sua regina ed il luogo divenne ben presto meta di pellegrinaggio. Purtroppo, quando l'abbazia venne distrutta, sia la croce che i resti andarono perduti, ma la tomba esiste ancora e un'iscrizione ricorda al turista chi probabilmente vi trovò riposo (Artù e Ginevra).
Pare ormai appurato che la croce fosse un falso, un escamotage studiato dai frati per attirare pellegrini al monastero. Ma i corpi c'erano davvero, e ciò è confermato da alcuni documenti originali conservati ancora nel municipio della cittadina. Di chi fossero in realtà, forse importa poco. C'è però un'ulteriore prova sul fatto che Avalon sia Glastonbury: secondo molte leggende arturiane legate alla tradizione cristiana, Avalon fu visitata da Gesù nel periodo della sua giovinezza (quando ancora non si era manifestato come Messia) e fu anche il luogo dove S. Giovanni d'Arimatea portò e nascose il Santo Graal. E' provato storicamente che Giovanni d'Arimatea soggiornò per un periodo più o meno lungo nella zona di Glastonbury. Secondo la leggenda, egli gettò il Graal in un pozzo (tutt'oggi esistente e meta di pellegrinaggio) nei pressi della collina e piantò il suo bastone alle porte dell'attuale paesello. Questo mise radici e divenne un albero di biancospino (chiamato "la Spina Sacra"). La pianta esiste ancora, ma non è più quella originale, che è andata perduta. Secondo la storia, si trattava di una varietà di biancospino originaria della Palestina ed aveva la strana particolarità di fiorire due sole volte l'anno, in corrispondenza della Pasqua e del Natale. Anche la pianta attuale appartiene ad una specie che cresce spontanea in Palestina e, nonostante non sia più quella originaria, non solo si è incredibilmente adattata al clima umido e freddo dell'Inghilterra, ma ha anche la strana abitudine di fiorire pure lei, ogni anno, a Pasqua e a Natale, aumentando l'alone di sacralità che la pervade. I maggiori detrattori, definiscono il caso di Glastonbury come un grandioso falso abilmente orchestrato in periodo medievale per portare scambi commerciali nella zona, altrimenti depressa. Secondo molti di loro, Avalon sarebbe invece da identificare con "l'Ile d'Aval" o "Daval", un isolotto roccioso ricoperto da querce e meli selvatici posto davanti alle coste della Bretagna. Ma fin'ora nessuno s'è messo a scavare sull'isola (che tra l'altro è riserva naturale protetta) per comprovare tale teoria. Comunque la pensiate, sta di fatto che ogni anno, Glastonbury, viene visitata da milioni di turisti: chi semplici curiosi, chi appassionati del mito arturiano, chi del Graal e delle leggende cristiane, chi legato ancora alle antiche religioni celtiche e druidiche, chi perché spinto dalla fede in Cristo. Ciò a dimostrare quanto ancora oggi tale località eserciti grande fascino su tutti noi. Una piccola curiosità: il mito di Avalon ha sempre influenzato i cavalieri fin dal medioevo. In molte tombe templari e su diversi oggetti dell'ordine, è stata più volte rinvenuta la seguente iscrizione: "Et specto Anima Mea in Insula Avalonia" ovvero "E contemplo l'Anima Mia nell'Isola di Avalon".
Gustavo Rol interrogato sulla storia di Artù e di Avalon rispose:
"Avalon è dappertutto e da nessuna parte perché è nel cuore degli uomini. Sta a noi essere novelli Artù e fare in modo che riapra le sue porte".
 
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